lunedì 20 luglio 2015

CLASSIFICHE ALL-TIME PER NAZIONALI: LA SUPER COPPA AMERICA – 1° PARTE




Sesto appuntamento con le classifiche all-time per nazionali e le Super Coppe All-Time per nazionali curato da Rado Il Figo. Questa settimana la prima delle due parti dedicate al Sud America. Oggi Rado ci presenterà la costruzione delle sette classifiche che vanno a determinare il Classificone Sudamericano.



Puntate precedenti (cliccare sul link per visualizzare la pagina):



STORIA E FORMULE

La prima edizione del torneo continentale sudamericano data 1916: è, infatti, la più vecchia competizione del genere, e da allora se ne contano 44 totali, compresa l’ultima appena terminata. Nella sua lunga storia, ha visto di tutto e di più: edizioni straordinarie senza la coppa in palio, riconosciute ufficialmente e allestite per i più disparati motivi, come nel 1959 in Ecuador per inaugurare il nuovo impianto Modelo di Guayaquil (vi immaginate l’UEFA nel 2011 concedere all’Italia un Euro “extra” per tenere a battesimo lo Juventus Stadium?); partecipazione estesa anche a nazionali di altre confederazioni (nuovamente, vi immaginate un Europeo con Camerun e Corea?); edizioni organizzate da una federazione sui campi di un’altra (due volte il Paraguay, nel 1924 e nel 1953 quando usufruì degli stadi di Uruguay e Perú, rispettivamente) ovvero da una nazionale extra CONMEBOL, vedi gli USA nel 2016 a ospitare il torneo del centenario (anche qui, vi immaginate un Euro 2060 giocato in Giappone?); anni in cui si ebbero due edizioni del torneo e edizioni giocate a cavallo di due anni; formule dove non tutte le squadre partivano dallo stesso punto; nazionali costrette a schierare selezioni giovanili o regionali per scioperi o veti; e chissà cos’altro mi sfugge o ancora mi è ignoto.

Dovendo fare i conti con un esiguo numero di membri iscritti alla CONMEBOL, il torneo non ha mai conosciuto una fase eliminatoria, fatta eccezione per l’edizione 1967. La sua cadenza è stata varia e irregolare ma a grandi linee si possono tracciare queste sequenze:
a) annuale dal 1916 al 1929, anche se saltano le edizioni del: 1918 per un’epidemia d’influenza in Brasile, dove doveva avere luogo, “recuperata” l’anno successivo; 1928, per la concomitanza con le Olimpiadi; e 1930 per non sovrapporsi col primo Mondiale, di scena in Uruguay;
b) biennale dal 1937 al 1959, ma con molti distinguo. Infatti, dopo il 1929 non si riesce più a organizzare un’edizione a causa dei burrascosi strascichi della prima finale iridata Uruguay-Argentina, tanto che le nazionali sudamericane tornano ad affrontarsi solo nel 1935 in una straordinaria. Dopo le due regolari del 1937 e 1939, si doveva passare (stranamente) al 1942 ma il Cile ottiene l’anticipo di un anno per festeggiare il quattrocentenario di Santiago con un’extra. Dal 1942 si passa poi al 1947, e in mezzo vi sono altre due speciali nel 1945 e 1946, dopo le quali si arriva più o meno ordinatamente, di biennio in biennio, al 1959, anche se salta il 1951 e se ne contano altre due straordinarie nel 1956 e nel 1959 (la seconda di quell’anno);
c) quadriennale dal 1963 al 1987, ma salta quella del 1971 per problemi vari, circostanza di cui approfitta la CONMEBOL per dare una regolata definitiva alle cose, partendo dal nome del torneo che passa da Campionato Sudamericano a Coppa America;
d) biennale dal 1987 al 2003, con l’ultima però posticipata al 2004 per problemi organizzativi dell’ospitante peruviano;
e) infine, quadriennale dal 2007, pur essendo già prevista, come anticipato, un’edizione eccezionale in USA nel 2016 per il centenario.
Nelle 44 edizioni del torneo si sono succedute 18 nazionali, di cui 2 giovanili, per 324 presenze complessive, esclusi  50 posti lasciati vacanti dopo ritiri (e altro). Lo specchietto sottostante riassume le diverse formule effettive finora adottate.

Legenda. E: edizione della fase finale (contraddistinta dall’anno di disputa); P: numero di partecipanti; N: numero di edizioni giocate con la formula interessata.

È possibile definire una storiografia:
a) le prime 29 edizioni conoscono la formula del girone unico fra tutti i membri CONMEBOL, in sede unica con assegnazione a rotazione. Almeno sulla carta, perché fra ritiri e problemi organizzativi, solo le prime 4 rispettano i dettami, favorite forse dal fatto che le nazionali coinvolte sono meno della dita di una mano (Argentina, Brasile, Cile e Uruguay); con l’aumentare dal 1921 delle federazioni iscritte, la regolarità si perde completamente, tanto che le 25 edizioni successive (tranne una) sono tutte funestate dall’una alle tre rinunce (alla fine, Brasile e Bolivia ne infilano 10 complessive). Proprio i ritiri ritardano fino al 1967, l’ultima di questo periodo, il dover affrontare l’eccessivo numero di gare che la formula comporta: infatti, nell’occasione il Venezuela diventa la 10ª federazione CONMEBOL e il torneo sarebbe lievitato a 45 partite. Si decide, pertanto, di ridurre le partecipanti a 6, inferiori al limite massimo effettivamente toccato in precedenza pari a 8, istituendo per la prima e unica volta le qualificazioni, ristrette a 2 sfide a eliminazione diretta causa il successivo ritiro di Brasile e Perù;
b) dal 1967 passano 8 anni prima di rivedere il torneo e con una formula totalmente nuova, dov’è ripresa la particolarità allora in vigore in Coppa Libertadores del detentore che parte direttamente dalle semifinali, venendo così esentato dalla fase a gruppi. Altra novità sono le partite tutte giocate con andata e ritorno in casa delle due contendenti ma la sede unica torna già nel 1987, dove esordisce la finale per il 3° posto;
c) la ricomparsa di una federazione organizzatrice solitaria ripropone il problema della sua designazione, estrosamente così risolto dalla CONMEBOL: tutti i suoi membri dovranno ospitare il torneo (come nel primo periodo) con rotazione decisa… dall’ordine alfabetico! E, infatti, dall’A di Argentina del 1987, si arriva 10 edizioni più tardi alla V di Venezuela. In mezzo, però, i consueti deragliamenti: per esempio, il torneo 1989 non ha luogo in Bolivia bensì in Brasile (che la segue, alfabeticamente parlando); a chi non è ancora pronto, subentra il primo disponibile, purché un ciclo di 10 edizioni sia effettivamente ospitato da 10 nazionali diverse. La sequenza di questo primo ciclo “alfabetico” è ripresa anche nel secondo e corrente, ma pure qui, dopo la prima edizione regolarmente in Argentina nel 2011, già nella seconda ci si è dovuti discostare, poiché è il Cile e non il Brasile a organizzare il torneo 2015. Il motivo, stavolta, è l’eccesso di eventi sportivi consecutivi di scena in terra brasiliana fra Confederations Cup 2013, Coppa FIFA 2014 e Olimpiadi 2016;
d) nel 1989 si apre il terzo periodo di formule; abbandonata la precedente, troppo favorevole al detentore (che con sede unica rischia di bissare il titolo giocando solo 2 gare, vedi l’Uruguay proprio nel 1987), si apre la strada alla doppia fase a girone, destinata a essere cortissima, abbandonata dopo due uscite;
e) nel 1993, nel tentativo di dare maggiore visibilità al torneo anche fuori dai confini continentali, la CONMEBOL coglie la palla al balzo approfittando della richiesta di USA e Messico di prendervi parte, i primi per far probante esperienza in vista dei Mondiali casalinghi, il secondo nella sua abituale ambiguità di voler essere nord o sud americano secondo la convenienza, accogliendola grazie all’invenzione delle “formazioni ospiti”. La Coppa America diventa così a 12 squadre, un vero e proprio “mezzo Mondiale”, di cui ricicla adattandola la formula del tempo;
f) col passare degli anni, le “ospiti” diventano un’istituzione, scelte sempre a discrezione della confederazione sudamericana, anche se di tanto si vuole legarle a qualcosa di più sportivo (nel concreto, gli esiti della Gold Cup CONCACAF), però col Messico ormai presenza fissa (tanto da essere considerabile l’11ª federazione CONMEBOL di fatto), ma pure un problema esploso nel 2011;
g) in tale circostanza, poiché pure la Gold Cup si disputa negli anni dispari e a strettissimo giro di posta dalla Coppa America, la CONCACAF, nel timore che il suo torneo venga snobbato dalle sue protagoniste fra le più prestigiose, obbliga Messico e Costa Rica, impegnate in Argentina, a mandarvi la selezione under 23, “appesantita” da alcuni fuori quota;
h) tale mossa non si è ripetuta nel 2015; nel frattempo, i club europei hanno spinto l’UEFA a far abrogare dalla FIFA l’obbligo di concedere i loro tesserati alle nazionali per impegni ufficiali quando questi sono affrontati come, per l’appunto, squadre ospiti, le quali, pertanto, mandano in Coppa America a tutti gli effetti le “seconde scelte”. Facile immaginare che l’invito di nazionali extra confederazione sia destinato a tramontare se continuassero a essere frapposti questi e altri ostacoli.


ADATTAMENTI


I consueti adattamenti utili a “uniformare” le diverse formule per il loro inserimento nelle 7 classifiche, sono riportati nella tabella sottostante. Il meccanismo è sempre quello ufficiosamente applicato dalla FIFA: presa a modello la formula che presenta il maggior numero di turni e di piazzamenti, si fissa il primo turno di ognuna come tale, proseguendo poi dall’alto (dal primo posto) a scendere fino al secondo turno.

Legenda. E: edizione della fase finale (contraddistinta dall’anno di disputa). G: fase a gruppi; Q: quarti di finale; n: n-esimo posto assegnato tramite apposita finale.

Credo che ormai non vi sia più nulla da spiegare fra meccanismo puro e prima e seconda eccezione qui legate al periodo del girone unico, sul quale mi soffermo per il primo di due chiarimenti comunque necessari. Di norma, considero la formula teoricamente allestita, in altre parole “al lordo” di eventuali posti lasciati vacanti per ritiri non colmati chiamando altre nazionali. In quest’ambito, però, le rinunce sono più mancate iscrizioni che ritiri veri e propri (forse solo nel 1967 si può attribuire loro tale natura), per cui ho ritenuto corretto lasciare le cose come si svolsero effettivamente nella realtà.

In secondo luogo, si è più sopra accennato come, in alcune circostanze, alcune squadre parteciparono prive dei migliori elementi per i più disparati motivi, tanto che in campo scesero delle selezioni di fatto giovanili o regionali. Ho ritenuto, tuttavia, di considerare come nazionali differenti dalle rappresentative maggiori solo il Messico e la Costa Rica under 23 viste nella Coppa America 2011: infatti, mentre nelle altre circostanze, l’impiego di selezioni diverse dalla effettiva “A” fu, per quanto forzata, una scelta volontaria della federazione interessata (pur di disputare il torneo, schierò una nazionale “minore”), per i 2 membri CONCACAF si trattò di un preciso obbligo loro imposto dalla confederazione di appartenenza.

CLASSIFICA A PUNTI (1)


La “classifica classica” mette in ordine le nazionali per i punti conquistati, assegnandone sempre 3 per vittoria (anche se fino al 1993 ne valeva 2). In caso di pari punti, prevale chi ha giocato meno gare e, occorrendo, chi ha la miglior differenza reti ovvero ha segnato il maggior numero di reti. Come correttivo, sono escluse le partite di spareggio e le ripetizioni di quelle a eliminazione diretta, nonché le finali per il 3° posto (essendo gare giocate fra due squadre eliminate in semifinale); inoltre i risultati sono sempre quelli conseguiti al 90’, anche in caso di disputa di tempi supplementari e/o rigori (nella Coppa America ciò ha portata molto limitata, poiché, all’infuori di spareggi e ripetizioni, i supplementari furono previsti sono nel 1987 e nel 2011 e per la sola finalissima del 2015).

Legenda. D: partite giocate; V: partite vinte; N: partite pareggiate; P: partite perse; F: reti segnate; S: reti subite; PU: punti; DR: differenza reti; QR: quoziente reti.

CLASSIFICA OLIMPICA (2)


La classifica replica il medagliere olimpico come tradizionalmente compilato: prevale, così, la nazionale che vanta il maggior numero di primi posti; in caso di parità si prosegue guardano i secondi, i terzi, i quarti posti, passando poi alle eliminazioni ai quarti e concludendo con quelle ai gruppi.

Legenda. n: n-esimi posti conquistati; Q: eliminazioni ai quarti di finale; G: eliminazioni nella fase a gruppi; R: ritiri o squalifiche cui non si è proceduto a sostituzioni; T: presenze totali nella fase finali, al netto di R.

Alcuni dati:
a) Uruguay e Argentina dominano nettamente sulla concorrenza, sia per titoli (15 e 14, rispettivamente) sia per presenze attive (42 e 40), con leggero predominio del primo sulla seconda;
b) 8 le nazionali ad aver vinto almeno un’edizione del torneo. Detto di Uruguay e Argentina, al terzo posto come successi si piazza il Brasile, quasi doppiato (8), seguito da Paraguay e Perú con la loro doppietta personale. Chiudono Cile, Colombia e Bolivia con un’unica affermazione, per giunta conquistata in edizioni casalinghe;
c) il quasi duopolio nella conquista di Coppe America si ripete anche nell’acquisizione di Coppe Bolivia, assegnate a chi giunge secondo; nella speciale classifica dei vice-campioni spiccano Argentina (13) e Brasile (11), a doppiare i due più immediati inseguitori Uruguay e Paraguay (6);
d) l’elevato numero di edizioni giocate rende naturale la quasi completezza del ruolino delle 10 nazionali CONMEBOL. Tuttavia si possono scorgere alcune curiosità: più di metà (Argentina, Bolivia, Brasile, Cile, Paraguay e Uruguay) ha fatto en plein; a 2 manca una sola tacca (il Perú non si è mai piazzato secondo, come la Bolivia terza); infine per Ecuador e Venezuela, la quarta piazza è la massima vetta finora raggiunta;
e) ai 50 ritiri “mancate iscrizioni” dell’era “girone unico” si affiancano le 5 rinunce posteriori cui si riuscì a porre rimedio e non segnalate nella colonna R. La difficile situazione interna colombiana funestò in vario modo l’edizione 2001: dapprima si pensò di cambiare sede, poi di posticiparla di un anno, infine fu confermato il tutto ma patendo il ritiro dell’Argentina e dell’invitato Canada, sostituiti da Costa Rica e Honduras i quali, abbinandosi all’onnipresente Messico, portarono eccezionalmente a 3 le squadre ospiti. Nel 2011 il Giappone, invitato per la seconda volta, fu costretto a non onorare l’impegno: a causa dello tsunami il campionato locale venne sospeso e si pensò di sopperire convocando solo giocatori militanti all’estero, ma qui si frappose il succitato rifiuto dei club europei. A rimpiazzare il Giappone fu dapprima chiamata la Spagna, che declinò per il poco tempo a disposizione per prepararsi, e poi la Costa Rica, la quale accettò salvo poi essere costretta, come visto, a inviare l’under 23. Infine, nel 2015 la Giamaica arrivò come “terza scelta del secondo ospite” (ormai il Messico è presenza fissa), dopo i rifiuti di Cina e (nuovamente) Giappone, impegnati nelle concomitanti eliminatorie asiatiche per i Mondiali 2018.

CLASSIFICA COPPA DEL MONDO (3)


Versione “più che dimezzata” dell’analoga usata nella Coppa FIFA: qui i punti assegnati al vincitore di ogni edizione sono 12, e non 32, essendo la classifica tarata sempre sul numero maggiore di partecipanti registrati. Si prosegue pertanto con gli 11 punti dati al secondo classificato, e via a scalare di un punto fino ai 5 attribuiti al peggior eliminato nei quarti, concludendo con i 3 per chi fa parte della migliore metà degli eliminati ai gironi e con i 2 per le restanti squadre. In caso di parità, prevale chi ha conquistato più volte 12 punti, poi 11 e via a scalare fino ai 2.






Legenda. P: punti; le edizioni sono identificate dall’anno della fase finale.



Alcune precisazioni:
a) per la prima eccezione al meccanismo di adattamento, i punti minimi assegnati sono 9 nelle edizioni con 4 partecipanti, e 10 in quelle con 3, e non 2;
b) per la seconda eccezione, dai 9 punti alla quarta, nelle edizioni a girone unico con:
b1) 5 o 6 squadre, si passa ai 3 alla quinta e ai 2 alla sesta;
b2) con 7 o 8 squadre, si passa ai 3 alla quinta e sesta e ai 2 alla settima e all’ottava;
c) per le edizioni con 10 partecipanti, dopo i 9 alla quarta, si passa ai 3 della migliore e ai 2 della peggiore metà degli eliminati ai gironi;
come vuole la regola comune, qui adattata ai diversi numeri della Coppa America.

CLASSIFICA CAN (4)


La classifica africana, interpretabile quale l’olimpica valorizzata. Essendosi disputata un’edizione dopo il 3 dicembre 2014, si applica anche qui la nuova versione (vedasi la Super Coppa d’Africa).


Legenda. P: punti; n: n-esimo posto (8 punti per il 1°, 6 per il secondo, 4 per il 3° o il 4°); Q: eliminazioni ai quarti di finale (3 punti); GA: eliminazioni nella fase a gruppi da 2 punti; Gb: eliminazioni nella fase a gruppi da 1,67 punti; GC: eliminazioni nella fase a gruppi da 1,5 punti; GD: eliminazioni nella fase a gruppi da 1,33 punti; GE: eliminazioni nella fase a gruppi da 1 punto.

Il massiccio uso del girone unico, aiuta a spiegare meglio la seconda eccezione al meccanismo di adattamento. Fermo restando che le prime quattro classificate “mantengono” detta posizione anche nella classifica finale, quando il girone era a:
a) 5 squadre, la quinta è considerata come l’unica eliminata ai gironi, finendo nella colonna GC (1,5 punti);
b) 6 squadre, la quinta è considerata come la migliore eliminata ai gironi (colonna GA, 2 punti) e la sesta come l’ultima (colonna GE, 1 punto);
c) 7 squadre, la quinta è considerata come la migliore eliminata ai gironi (colonna GA, 2 punti), la sesta come la seconda migliore (colonna GC, 1,5 punti) e la settima come l’ultima (colonna GE, 1 punto);
d) 8 squadre, la quinta è considerata come la migliore eliminata ai gironi (colonna GA, 2 punti), la sesta come la seconda migliore (colonna GB, 1,67 punti), la settima come la terza migliore (colonna GC, 1,33 punti) e l’ottava come l’ultima (colonna GE, 1 punto).

CLASSIFICA UEFA (5)


È l’attuale classifica UEFA per nazionali, calcolata sulle sole gare delle fasi finali; innanzi tutto, inserisco il consueto specchietto dei punti di bonus assegnati per ogni partita giocata nei vari turni delle formule finora adottate, per il quale non sono più necessarie ulteriori spiegazioni (cui si rimanda a quanto scritto nelle precedenti puntate).

Legenda. E: edizione, identificata dall’anno della fase finale; G: bonus per la fase a gruppi; Q: bonus per i quarti di finale; S: bonus per le semifinali; F3: bonus per la finale per il 3° posto; F1: bonus per la finale per il 1° posto; M: totale massimo di bonus per l’edizione (al netto di ripetizioni e spareggi).

Alcune precisazioni:
a) le edizioni 1925 e dal 1975 al 1983 hanno il bonus doppio, perché le partite si giocarono con andata e ritorno, seppure nella prima citata in sede unica (con sole 3 partecipanti, si pensò di moltiplicare così il numero di gare);
b) le edizioni 1947 e 1949, con girone unico a 8 squadre, hanno un bonus totale leggermente superiore, a causa dell’approssimazione ai 125 punti più vicini di quello destinato a ogni gara giocata;
c) per le edizioni dal 1975 al 1987, al detentore, che partiva direttamente dalle semifinali, sono stati aggiunti i risultati ottenuti nell’ultima fase a gironi disputata, così adattando il correttivo del ranking UEFA destinato a chi è esentato dalle eliminatorie.
Prima di presentare la tabella con la classifica UEFA, rammento essere questa l’unica basata su una media e non su una somma; in altre parole, le nazionali sono valutate sulla somma dei punti medi per gara divisa per il numero di fasi finali disputate, un’autentica… “media delle medie punti”.





Legenda. M: T/N; T: somma delle medie punti per gara; N: edizioni disputate (identificate dall’anno della fase finale).

BOMBA (6) 


La classifica ideata da Antonio Bomba, cui ho apportato il correttivo di parametrare i bonus del superamento del turno, ovvero della vittoria finale, per la percentuale di qualificazione effettiva, tarati agli 8 previsti quando è pari al 50%; ecco qui sotto il consueto specchietto riassuntivo dei bonus assegnati in ogni formula, per il quale non sono più necessarie ulteriori spiegazioni (cui si rimanda a quanto scritto nelle puntate precedneti).

Legenda. E: edizione, identificata dall’anno della fase finale; G: bonus per l’eliminazione nella fase a gruppi; Q: bonus per l’eliminazione nei quarti di finale; n: bonus per l’n-esimo classificato.

Prima di presentare la classifica Bomba, ricordo che il secondo correttivo da me apportato è di stralciare pure qui spareggi e ripetizioni di gare a eliminazione diretta.

Legenda. P: punti; D: partite giocate; V: partite vinte; N: partite pareggiate; P: partite perse; F: reti segnate; S: reti subite; DR: differenza reti; E+: partite vinte ai tempi supplementari; E-: partite vinte ai tempi supplementari; R+: partite vinte ai tiri di rigore; R-: partite perse ai tiri di rigore; B: bonus totali.

CLASSIFICA RIF (7)


Buon’ultima, la classifica stilata col mio personale metodo; come per le precedenti due, è inserito dapprima il consueto specchietto riportante il valore assegnato a ogni turno parametrato alla percentuale di passaggio del turno, tarata al 100 attribuito quando è pari al 50%, per il quale non sono più necessarie ulteriori spiegazioni (cui si rimanda a quanto scritto nelle puntate precedenti).

Legenda. E: edizione, identificata dall’anno della fase finale; G: valore della fase a gruppi; Q: valore dei quarti di finale; 4: valore della finale per il 3° posto persa; 3: valore della finale per il 3° posto vinta; 2: valore della finale per il 1° posto persa; 1: valore per il vincitore dell’edizione; T: valore totale attribuito all’edizione.

Prima di presentare la classifica Rif, ricordo che in essa sono stralciati spareggi e ripetizioni delle gare a eliminazione diretta, mentre sono comprese le gare del turno distributivo, e sono conteggiati i risultati ottenuti al 90’, anche ove disputati i supplementari e/o i tiri di rigore.





Legenda. V: valore totale dei turni superati nelle edizioni giocate (identificate dall’anno della fase finale).


Appuntamento a lunedì prossimo con il "Classificone" della Coppa America e la Super Coppa America 1916-2015.








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