mercoledì 26 novembre 2014

LA CLASSIFICA ALL-TIME DEI MONDIALI DI CALCIO

Concluso il lungo lavoro sulla storia del ranking Uefa per nazionali, Rado Il Figo torna sulle pagine di “Calcio e Altri Elementi” per presentarci la sua speciale classifica All-Time dei Mondiali di calcio.





Premessa

Dopo l’ultima edizione della Coppa del Mondo FIFA disputata questa estate, è tempo di tirare le somme e aggiornare la classifica di tutti i tempi della competizione o, più correttamente, delle sue fasi finali. Pur con questa limitazione, operazione tutt’altro che semplice: innanzi tutto, intuitivamente, perché i Mondiali hanno conosciuto nella storia varie formule, anche con un uguale numero di partecipanti. Solo fermandomi alla struttura, p.es., i 10 tornei a 16 squadre si sono giocati in ben 5 modi diversi, esattamente uno ogni due edizioni. In secondo luogo, dal 1994 in poi alle vittorie sono assegnati 3 punti in luogo dei tradizionali 2. Infine e soprattutto, anche se si fosse sempre adottata la medesima formula e alle gare vinte fossero sempre assegnati 2 ovvero 3 punti, il problema principale è che non esiste un autentico criterio per stilare tale tipo di classifica. In realtà, la cosa non dovrebbe stupire pensando a come non esista nemmeno una procedura uniforme per redigere la classifica delle singole edizioni, per quanto ve ne sia comunque una seguita dalla nettissima maggioranza, tanto da essere considerata come la “classifica ufficiale” a tutti gli effetti. E lo è, in effetti, visto che la stessa FIFA la adotta: sto parlando di quella che, per le posizioni non assegnate tramite apposita finale (il punto di snodo delle varie alternative), usa come primo discriminante il turno d’eliminazione, e di seguito i risultati fin lì conseguiti. Tuttavia, per quanto, ripeto, sia quasi unanimemente utilizzata, non è l’unica esistente.

Per mettere in fila e ordinare i risultati conseguiti nelle varie edizioni, giocate sotto formule diverse, con differente numero di partecipanti e con diseguale assegnazione dei punti, sono stati elaborati alcuni metodi volti a superare in qualche modo le difficoltà appena ricordate. Chiaramente, a seconda delle soluzioni approntate, la classifica generata muta, e in alcuni casi i raffronti fra l’una e l’altra evidenziano spiccate difformità di giudizio finale.

In linea generale, i metodi si possono distinguere in due grandi famiglie, A e B. I primi sono quelli che se applicati a una singola edizione, sono in grado di restituirne la medesima classifica, almeno a livello generale. Per intenderci, il metodo deve garantire che una squadra abbia un piazzamento migliore rispetto a tutte quelle eliminate nei turni precedenti (ovvero a tutte quelle cui è assegnato un posto inferiore) e uno peggiore rispetto a tutte quelle eliminate nei turni successivi (ovvero a tutte quelle cui è assegnato un posto superiore). P.es., a una squadra eliminata nei quarti di finale, il metodo applicato alla singola edizione deve garantirle un piazzamento fra la 5ª e l’8ª posizione, così come nessuno può avere una posizione migliore di chi si è aggiudicato il 1° posto.




Altra caratteristica dei metodi A è di attribuire lo stesso “peso” a ogni edizione, indipendentemente da formula, partecipanti e punti per vittoria, seguendo il principio di “uno vale uno”. Ciò si verifica quando la valutazione dell’ipotetico vincitore di un’edizione conquistata affermandosi in tutte le gare giocate, sia sempre la medesima a prescindere dall’edizione.

Conseguentemente, i metodi B sono quelli che, anche solo potenzialmente, non sono in grado di replicare la classifica della singola edizione, se a questa applicati, e che differenziano la valutazione in base alla formula e/o ai partecipanti e/o ai punti per vittoria. Un effetto paradossale dei metodi B è di poter avere squadre che, a fronte di un piazzamento migliore nell’ultima edizione giocata, nell’aggiornamento della classifica di tutti i tempi si vedano avvicinare o addirittura superare da chi ha invece ottenuto una posizione peggiore.

Passo ora a illustrare i metodi comunemente usati o adattabili all’uso, fra ufficiali e ufficiosi: ognuno di essi sarà presentato col nome (e indicando fra parentesi se trattasi di tipo A o B), le principali caratteristiche, i difetti, i rimedi da me apportati per eliminare le maggiori distorsioni senza “snaturarlo” eccessivamente (in linea generale, eliminerò ogni correttivo volto a dar peso maggiore ai risultati più recenti), e la classifica generata. Prima di ciò, però, è necessario dilungarsi sugli adattamenti necessari per poter svolgere tale compito.

Adattamenti

La tabella seguente illustra l’adattamento per uniformare le 9 diverse formule, identificate dall’anno di disputa della fase finale delle edizioni in cui furono adottate, presentate in ordine cronologico. Preciso che si tratta del criterio “ufficioso” seguito dalla FIFA, come indirettamente ricavabile dalle sue statistiche e rapporti.

Le colonne riportano:

- il numero di partecipanti (Sq.);
- i turni divisi in (prima) fase a gruppi (G), ottavi di finale (O) e quarti di finale (Q);
- i piazzamenti assegnati tramite apposita finale: quarto posto (4), terzo posto (3), secondo posto (2) e primo posto (1).

Il pallino nella griglia indica, pertanto, i turni e i piazzamenti previsti da ogni formula.


Come si nota, l’operazione si è sviluppata adattando tutte le formule a quella più lunga, intesa come la comprendente il maggior numero di turni e di piazzamenti. Il primo passo è stato fissare il primo turno di ognuna come tale, qualunque esso fosse, e poi continuare dall’alto (dal primo posto) a scendere fino al secondo turno, qualunque esso fosse.

È un modo poco convincente di primo acchito, non fossE altro per i buchi o salti creati, e ammetto di essere rimasto pure io un po’ scettico, preferendo, come soluzione alternativa, partire dall’alto e poi scendere senza soluzione di continuità, per cui il primo turno di una formula avrebbe potuto “coincidere” col secondo o il terzo di altre. Tuttavia, a ben pensare, si tratta del miglior compromesso fra “forma e sostanza”. Si prenda, p.es., la formula più “particolare”, quella di Brasile 1950: una prima fase a quattro gruppi da 4, le cui prime classificate davano vita a un girone finale. Alla “lettera” quest’ultimo sarebbe la finale (per quanto a 4 squadre) e il turno che l’ha preceduto, le semifinali (per quanto a 16 squadre): ma dubito fortemente che Bolivia, Messico o Italia si siano mai sentiti come “semifinalisti” di quel torneo, preferendo classificarsi e farsi classificare come “eliminati al primo turno”. Analogamente, per Uruguay 1930 i gironi sarebbero formalmente dei quarti di finale, ma neppure qui si è mai interprato come eliminato in tale fase il Messico o il Paraguay.

Come conseguenza per averli resi “omogenei” alla formula di base, alcuni turni o piazzamenti spesso differiscono dal “nome” attribuitogli dalla tabella. In ordine cronologico:

1930: 3° e 4° posto non sono stati assegnati colla disputa di una finale, saltata per avervi rinunciato gli iugoslavi ma senza che sia mai stata assegnata la vittoria a tavolino agli USA. Solitamente, gli americani sono classificati come terzi in base ai migliori risultati conseguiti fra girone e semifinale rispetto agli europei;

1934 e 1938: gli ottavi di finale “diventano” fase a gruppi. In realtà, è un punto assai fumoso, mai del tutto chiarito dalla FIFA, ma ritengo essere la soluzione migliore per evitare difformità con gli altri tornei a 16 squadre (eccezion fatta per Brasile 1950), oltre a seguire la regola generale di adattamento;

1950: i primi 4 posti sono stati assegnati in base alla classifica del girone finale;

1954: il primo turno è “comunque” fase a gruppi, nonostante la bizzarria della loro struttura (4 e non 6 gare perché teste di serie e materassi non potevano scontrarsi fra loro e pareggi ammessi solo dopo i supplementari);

1974 e 1978: la seconda fase a gruppi è “diventata” quarti di finale, pur essendo in realtà strutturata in due gironi di semifinale; ma chi non li ha superati ha sostanzialmente patito un’eliminazione nei quarti;

1982: anche qui la seconda fase a gruppi è “diventata” quarti di finale, ma con minori “remore formali” rispetto al punto precedente, trattandosi proprio di 4 gironi di quarti di finale (allargati a 12 squadre).

Una seconda serie di adattamenti è di natura “politica”, volta a “recuperare” i risultati ottenuti da quelle squadre facenti riferimento a entità nazionali non più esistenti. Seguendo una linea guida ormai pressoché uniforme e generale (e fermandomi alle sole 78 squadre qui coinvolte):

- la Repubblica Ceca comprende anche i risultati della Cecoslovacchia e della Rappresentativa Ceca e Slovacca;
- il Congo Democratico (R.D. Congo) comprende anche i risultati del (cosiddetto) Congo Kinshasa e dello Zaire;
- l’Egitto comprende anche i risultati della RAU (Repubblica Araba Unita);
- la Germania comprende anche i risultati della Germania Ovest;
- l’Indonesia comprende anche i risultati delle Indie Olandesi;
- la Russia comprende anche i risultati dell’URSS (Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche) e della CSI (Comunità di Stati Indipendenti);
- la Serbia comprende anche i risultati della Iugoslavia e della Serbia e Montenegro.

In definitiva, l’unica nazionale non più esistente a comparire in classifica, non avendone nessun’altra “ereditato” i risultati, è la Germania Est.

Da notare che l’India comparirà sempre come ultima classificata, essendo l’unica squadra ad aver rinunciato a disputare la sola fase finale cui si era qualificata.

Terminata la lunga ma necessaria parentesi sugli adattamenti, ecco la spiegazione delle classifiche di tutti i tempi.

1. PUNTI (B)

È la “classifica classica”, tanto da essere proposta dalla FIFA in coda ai suoi rapporti tecnici pubblicati all’indomani di ogni Mondiale. Sostanzialmente, le nazionali sono valutate per i punti raccolti nelle gare giocate in tutte le edizioni della Coppa del Mondo. Il metodo si basa sull’assunto che più una squadra va avanti nel torneo, più punti consegue: in realtà ciò non è strettamente vero, a meno di adottare come formula il girone unico all’italiana (pur così parlando di un solo turno).

Lo scoglio della diversa valutazione delle vittorie, è superato assegnando 3 punti a ognuna, a prescindere da quando furono realizzate; tuttavia nulla vieterebbe né di attribuirne 2 né di seguire l’assegnazione fissata all’epoca in cui la singola vittoria fu conquistata (come solitamente faccio io).

In caso di parità di punti, si accorda la preferenza a chi, nell’ordine:

- ha disputato il minor numero di partite;
- ha conseguito la miglior differenza reti;
- ha segnato il maggior numero di reti.

Il metodo comprende tutte le gare giocate: come primo correttivo stralcio gli spareggi e le ripetizioni delle partite a eliminazione diretta; in effetti, queste sono escluse dalla “classifica ufficiale” della singola edizione, e non vedo perché farle poi “riapparire” in quella di tutti i tempi. Un secondo correttivo è scartare anche le finali per il terzo posto, trattandosi di partite giocate da due squadre eliminate (in semifinale). Infine, le partite sono valutate in base al risultato al 90’, al fine di dare lo stesso “peso” ai pareggi conseguiti sia nei gironi sia nell’eliminazione diretta.

Il difetto dei metodi B di potersi veder “avvicinare” o “scavalcare” negli aggiornamenti da chi ha avuto un piazzamento inferiore nell’ultima edizione del torneo, qui si accentua complici i discriminanti di cui sopra, perché tale rischio può essere fatto correre anche da squadre assenti. P.es.: è facile verificare come l’Honduras, che ha terminato Brasile 2014 con 3 sconfitte, sia stato superato dalla Nuova Zelanda, non presente alla recente Coppa del Mondo, semplicemente perché partecipandovi i centramericani hanno ora 9 partite totali, un numero superiore alle 6 della nazionale OFC, così preferita a parità di punti sempre totali (3).

La tabella seguente riporta la classifica per “punti”; per ogni federazione sono indicati: le partite disputate (D), vinte (V), pareggiate (N) e perse (P); le reti segnate (F) e subite (S); i punti (Pu) e la differenza reti (DR).
























































































2. Olimpica (A)

Il metodo replica il criterio di compilazione (tradizionale) del medagliere olimpico: le nazionali sono così classificate in base al numero di primi posti conseguiti; in caso di parità, prevale chi è giunto più volte al 2° posto, e poi al 3°, al 4°, proseguendo col maggior numero di eliminazioni patite ai quarti di finale e così via per terminare colle eliminazione subite nella fase a gironi.

Sostanzialmente, le squadre sono valutate non tanto per tutti i piazzamenti conseguiti nelle edizioni giocate, quanto unicamente per i migliori di essi, dando preferenza alla qualità sulla quantità, estremizzando il tutto fino all’insegna del “poco ma buono”.

La tabella seguente riporta la classifica “olimpica”; per ogni federazione sono indicati: il numero di primi (1), secondi (2), terzi (3) e quarti (4) posti conseguiti, nonché di eliminazioni subite nei quarti (Q) e negli ottavi di finale (O) e nella fase a gruppi (G), e infine di ritiri (R).


























































































3. Coppa del Mondo (A)

Metodo seguito per scegliere, combinato al ranking FIFA, le teste di serie nei sorteggi dei gironi della fase finale di Coppa del Mondo (da cui il nome) per le edizioni dal 1998 al 2006, evoluzione del precedente adottato per il 1990 e il 1994 dovendo far fronte a un diverso numero di partecipanti.

Per ogni edizione, seguendo la “classifica ufficiale” di questa, sono assegnati 32 punti a chi è giunto al primo posto, 31 a chi è giunto al secondo, 30 a chi è giunto terzo e così via a scalare di un punto fino al peggior eliminato nel secondo turno. Per chi, invece, è uscito ai gironi, sono assegnati 9 punti se fa parte della “migliore metà” di detti eliminati, 8 in caso contrario. P.es., per Brasile 2014 sono stati attribuiti: 32 punti alla Germania, 31 all’Argentina e così via fino ai 17 alla Nigeria sedicesima, peggior eliminata agli ottavi; 9 punti a testa a chi è giunto dal 17° (Ecuador) al 24° posto (Russia), quali appartenenti alle migliori 8 eliminate ai gironi, e 8 a testa alle restanti 8 squadre, dal Ghana venticinquesimo al Camerun ultimo.

Il metodo crea così un “premio” sia per la mera partecipazione alla fase finale sia per il superamento della fase a gruppi; il primo è sempre di 8 punti, il secondo varia in base a formula e/o numero di partecipanti ed è un difetto del metodo, poiché (a titolo personale) dovrebbe semmai valorizzarlo a seconda delle percentuali di qualificazione al secondo turno. Infine, come ricordato nella presentazione, non è stato applicato il correttivo volto a dar maggior peso a quanto ottenuto nelle edizioni più recenti.

In caso di parità di punti totali, prevale la nazionale che ne ha più volte totalizzato 32, e a seguire, 31, 30 e così via fino a 8.

La tabella seguente riporta la classifica “Coppa del Mondo”; per ogni federazione sono indicati: i punti totali (P), i massimi raccolti in una singola edizione (M) e i conseguiti in ognuna di esse (indicate per anno di disputa della fase finale).


























































































4. CAN (A)

Metodo seguito per scegliere ultimamente le teste di serie nei sorteggi dei gironi della fase finale della Coppa d’Africa per Nazioni CAF, in sigla CAN (da cui il nome).

Per ogni edizione sono assegnati 7 punti a chi è giunto al primo posto, 5 punti a chi è giunto al secondo, 3 a chi è giunto terzo ovvero quarto (nonostante si disputi la “finalina”), 2 a chi è stato eliminato ai quarti di finale e 1 a chiunque sia uscito ai gironi. Non essendo previsti gli ottavi di finale nella CAN (attualmente a 16 squadre con formula quasi identica agli Europei), ho ritenuto “equo” attribuire 1,5 punti a chi sia stato estromesso in tale turno. In tal modo, p.es., per Brasile 2014 sono stati atttribuiti: 7 punti alla Germania, 5 all’Argentina, 3 a Olanda e Brasile, 2 a testa alle quattro eliminate ai quarti, 1,5 a ognuna delle 8 eliminati agli ottavi e 1 punto a testa alle 16 eliminate ai gruppi.

A tutti gli effetti, la classifica CAN è l’olimpica “valorizzata”. Come ricordato nella presentazione, anche qui non è stato applicato il correttivo volto a dar maggior peso a quanto ottenuto nelle edizioni più recenti.

In caso di parità di punti totali, prevale la nazionale che ne ha più volte totalizzato 7, e a seguire, 5, 3 e così via fino a 1.

La tabella seguente riporta la classifica “CAN”; per ogni federazione sono indicati: i punti totali (P), il numero di primi posti conseguiti (1) che assegnano 7 punti, di secondi (2) che ne assegnano 5, di terzi (3) che ne assegnano 3, di quarti (4) che ne assegnano sempre 3, di eliminazioni subite nei quarti di finale (Q) che ne assegnano 2, di eliminazioni negli ottavi di finale (O) che ne assegnano 1,5, di eliminazioni nella fase a gruppi (G) che ne assegnano 1 e infine di ritiri (R) che non assegnano punti.


























































































5. UEFA (B)

Il metodo è in realtà l’applicazione del ranking UEFA ai soli risultati ottenuti nelle fasi finali di Coppa del Mondo. Per i bonus, ho seguito la rimodulazione proposta nella storia del ranking UEFA per nazionali.

È l’unica classifica a non essere stilata per “somme” o “estremi” bensì per “media”. Infatti, le nazionali sono valutate per il coefficiente di ciclo medio: conseguentemente, più ancora dell’olimpica, si valorizza maggiormente chi ha fatto poco ma bene, premiando, nella sostanza, le nazionali con un’unica apparizione ma giunte nei quarti di finale (prova ne sia Cuba, quarta a fronte dell’unica presenza a Francia 1938).

In caso di parità di coefficiente, prevale la nazionale col coefficiente di ciclo (di qualunque edizione) maggiore.

La tabella seguente riporta la classifica “UEFA”; in questa e nelle tabelle successive per ogni federazione sono indicati: il coefficiente (C), la somma dei coefficienti di ciclo (T), il numero di edizioni disputate (E) e il coefficiente di ciclo conseguito in ognuna di esse (indicate per anno di disputa della fase finale). È facile verificare come C = T/E.




















































































































































































6. Bomba (B)

Il metodo è in realtà l’applicazione del ranking elaborato da Antonio Bomba ai soli risultati ottenuti nelle fasi finali di Coppa del Mondo.

Per ogni edizione, alle nazionali sono assegnati:

* 7 punti per ogni partita vinta nei tempi regolamentari;
* 6 punti per ogni partita vinta ai tempi supplementari;
* 5 punti per ogni partita vinta ai rigori;
* 4 punti per ogni partita pareggiata purché ai tempi regolamentari ovvero ai supplementari ma solo se non seguita dai rigori;
* 3 punti per ogni partita persa ai rigori
* 2 punti per ogni partita persa ai tempi supplementari;
* 1 punto per ogni partita persa nei tempi regolamentari.

Sostanzialmente, ogni gara assegna 8 punti, variamente distribuiti alle 2 squadre in base al suo esito.
Si deve poi sommare (algebricamente) un ammontare di punti pari a un decimo della differenza reti (che potrebbe avere valore negativo).

Sono infine previsti i seguenti bonus:

* 8 punti per la mera partecipazione (attiva) alla fase finale;
* 8 punti per ogni turno superato, comprendendo anche la finale per il 1° posto (esclusa quindi la “finalina”).

P.es., la Germania a Brasile 2014 ha conseguito 89,4 punti così distribuiti:

* 28 per le 4 vittorie al 90’;
* 12 per le 2 vittorie al 120’;
* 1,4 per la differenza reti di +14;
* 8 per la partecipazione;
* 40 per i 5 turni superati, dai gironi alla finale per il titolo;

mentre l’Olanda ne ha conseguiti 76,1 punti così distribuiti:

* 35 per le 5 vittorie al 90’;
* 5 per 1 vittoria ai rigori;
* 3 per 1 sconfitta ai rigori;
* 1,1 per la differenza reti di +11;
* 8 per la partecipazione;
* 24 per i 3 turni superati, dai gironi ai quarti di finale.
  •  
Al metodo ho apportato un paio di correttivi (non me ne voglia Antonio eh eh…): in primo luogo, anche qui ho stralciato gli spareggi e le ripetizioni delle gare a eliminazione diretta. In secondo luogo, ho riparametrato il “bonus” per i turni superati in base alla percentuale di qualificazione usando la seguente formula:

B x I/E

dove:

- B è il “bonus base” attribuito ai turni “ideali” (così definiti quando si qualifica solo la metà delle partecipanti, come nell’eliminazione diretta), nel nostro caso 8;
- I è la percentuale di qualificazione dei turni “ideali” (cioè 1/2);
- E è la percentuale di qualificazione del turno “effettivo” (p.es, se in un gruppo a quattro passa solo la prima, E = 1/4);

Fortunatamente gli adattamenti sono in numero esiguo, come qui sotto riportati. Infatti, il superamento:

- della fase a gruppi di Uruguay 1930 vale 13 punti;
- della prima e della seconda fase a gruppi di Brasile 1950 (facendo i conti sulla formula ideata) e della seconda fase a gruppi di Germania Ovest 1974 e Argentina 1978 vale 16 punti;
- della seconda fase a gruppi di Spagna 1982 vale 12 punti;
- della fase a gruppi di Messico 1986, Italia 1990 e USA 1994 vale 6 punti.

La tabella seguente riporta la classifica “Bomba”; in questa e nelle successive tabelle per ogni federazione sono indicati: i punti totali (T), le partite disputate (D), vinte (V), pareggiate (N) e perse (P), le reti segnate (F) e subite (S), la differenza reti (DR), le partite vinte (EV) e perse (EP) ai supplementari, le partite vinte (RV) e perse (RP) ai rigori e i bonus per ogni edizione giocata (identificata dall’anno di disputa della fase finale). È facile verificare come per arrivare a T basti aggiungere alla somma dei bonus il risultato della seguente formula

(7xV) + (4xN) + (P+EP+RV) – (EV+RP) + DR/10




























































































7. Rif (A)

Il metodo è in realtà l’applicazione del ranking da me elaborato ai soli risultati ottenuti nelle fasi finali di Coppa del Mondo.

Il concetto di base è di scomporre ogni edizione del torneo nei turni previsti dalla formula assegnando loro un valore in proporzione alla percentuale di qualificazione. Al termine di ognuno di essi, se la nazionale:

- l’ha superato, incamera l’intero valore;
- non l’ha superato, ne ottiene una parte parametrata ai punti fin lì conseguiti.

Accanto ai turni reali, ne ho aggiunto uno virtuale destinato al solo vincitore.

Il valore di un turno “ideale” che preveda la qualificazione del 50% delle squadre coinvolte (come nell’eliminazione diretta) è di 100. Applicando la formula vista nel paragrafo precedente, con le dovute modifiche, si ottiene il valore dei turni “storici” ove la percentuale è diversa dal 50%, e più precisamente:

- 162,5 per la fase a gruppi di Uruguay 1930;
- 200 per la prima e la seconda fase a gruppi di Brasile 1950 (facendo i conti sulla formula ideata) e la seconda fase a gruppi di Germania Ovest 1974 e Argentina 1978;
- 150 per la seconda fase a gruppi di Spagna 1982;
- 75 per la fase a gruppi di Messico 1986, Italia 1990 e USA 1994;
- 50 per il turno virtuale del vincitore (da interpretare come un turno a 1 squadra col 100% di qualificazione).

La parte di valore assegnata alle squadre eliminate in un dato turno, si ricava dalla seguente formula:

V x (P-m)/(M-m)

dove:

- V è il valore del turno;
- P sono i punti fin lì conquistati dalla squadra;
- m è il numero minimo di punti necessari per giungere a quel turno;
- M è il numero massimo di punti acquisibili da una squadra eliminata in quel turno.

Nel calcolo, sono stati (come ormai abitudine) esclusi gli spareggi e le ripetizioni delle gare a eliminazione diretta; inoltre, per le consuete ragioni, le partite sono state conteggiate in base al risultato conseguito al 90’.

Un discorso a parte merita la finale per il 3° posto, da interpretare come un “mini torneo interno” fra le 2 eliminate in semifinale; pertanto, la quarta classificata potrà sommare al valore dei turni superati in precedenza, da un minimo di 0 a un massimo di 66,667, mentre per la terza detti estremi sono, rispettivamente, 66, 667 e 100.

La valutazione di una squadra per un’edizione è la percentuale del valore dei turni giocati rapportato al massimo ricavabile da una squadra che giungesse al primo posto vincendo tutte le partite al 90’.

Due esempi su Brasile 2014 semplificheranno i concetti di base. Prima di tutto, il massimo valore ricavabile è 550, dato da 5 turni col 50% di qualificazione (gironi, ottavi, quarti, semifinali, finale) e dal virtuale del vincitore. L’Italia, eliminata ai gironi con 3 punti, è valutata 9,09; infatti, una squadra tornata subito a casa può incamerare da 0 (3 sconfitte) a 6 (2 vittorie e 1 sconfitta) punti, essendo questi rispettivamente il limite minimo per chi giunge quarta nel girone e massimo per chi arriva terza. Applicando la formula per la parte di valore attribuita all’Italia, si ha:

100 x (3-0)/(6-0) = 100 x ½ = 50

e 50 il 9,09% di 550.

Dal canto suo la Germania è giunta prima con 6 vittorie, di cui 2 dopo i supplementari, e 1 pareggio: i punti “validi” sono quindi non 19 bensì 15 (al 90’ i tedeschi hanno 4 vittorie e 3 pareggi) per una valutazione di 96,36. Infatti, la Germania poteva vincere l’ultima Coppa del Mondo incamerando da un massimo di 21 punti (imponendosi in tutt’e 7 le partite al 90’) a un minimo di 6 (superare il girone con 2 pareggi e poi tutte le gare a eliminazione diretta vincendo o ai supplementari o ai rigori). Applicando la formula per la parte di valore attribuita al turno virtuale, si ha:

50 x (15-6)/(21-6) = 50 x 9/15 = 30

Sommando 30 ai 500 dei turni superati (dai gironi alla finale) si ottiene 530, il 96,36% di 550.

Il metodo ha il vantaggio di essere del tutto “impermeabile” a formula e partecipanti nonché di “mantenere” qualsiasi attribuzione di punti prevista (teoricamente, si potrebbe variarla di turno in turno, come in qualche Coppa Italia del passato: il metodo è in grado di “assorbire” tali variazioni senza alcun adattamento), e può pure facilmente diventare di tipo B, limitandosi a considerare il valore dei turni giocati senza rapportarli alla fine al massimo raggiungibile.

In caso di parità di valore totale, prevale la nazionale col valore di edizione (qualunque essa sia) maggiore.

La tabella seguente riporta la classifica “Rif”; in questa e nelle tabelle successive per ogni federazione sono indicati: il valore totale (V), massimo di un’edizione (M) e di ogni edizione giocata (identificata dall’anno di disputa della fase finale).

























































































LA CLASSIFICA “DEFINITIVA”

Illustrati i sette diversi metodi per stilare la classifica di tutti i tempi (delle fasi finali) dei Mondiali, e le graduatorie così elaborate, ci si può chiedere se si possa giungere da questi alla classifica “definitiva”.



Il mezzo più semplice (non necessariamente il migliore) è “sommare” tutti e sette i metodi: si potrà, infatti, non essere d’accordo né con le procedure di calcolo di ognuno né coi responsi scaturiti, tuttavia ritengo che il reale “rapporto di forze” fra le 78 nazionali interessate non si discosti eccessivamente da una valutazione onnicomprensiva di tutti.

La tabella che segue riporta pertanto la classifica “definitiva”: le nazionali sono inserite in base alla somma delle posizioni occupate in ogni graduatoria (identificate dal numero presente nel titolo del paragrafo di presentazione). I casi di pari merito sono stati trattati “come FIFA comanda”: ad ognuna delle nazionali interessate è stata assegnata la posizione “media” di quelle coperte dall’ex æquo. P.es.: se ci fossero 3 squadre al 3° posto, ognuna è classificata come quarta (posizione media fra terza, quarta e quinta).

Chi ha la somma minore, ha il piazzamento finale migliore: in caso di parità prevale la nazionale con le singole posizioni migliori.























































































Alcune curiosità:

- tolta l’India, ultima “a tavolino”, l’unica nazionale ad aver “confermato” in tutti e 7 i metodi il medesimo piazzamento, è l’Italia terza; l’Argentina, dal canto suo, sgarra solo nella classifica UEFA, dov’è quinta invece che quarta come in tutte le altre sei;

- nelle prime 16 posizioni troviamo 12 nazionali dell’UEFA (Germania capofila, prima), 3 della CONMEBOL (Brasile, secondo) e 1 della CONCACAF (Messico, sedicesimo). Per trovare la miglior rappresentante delle altre 3 confederazioni, bisogna scendere al 27° posto per l’AFC (Corea del Sud), al 33° per la CAF (Camerun) e al 62° per l’OFC (Nuova Zelanda, considerando ormai l’Australia 47ª come asiatica);

- il metodo che più si “avvicina” alla classifica “definitiva” è il Rif (combinazione! combinazione!), con uno scarto medio di 1,59 posizioni; segue quello per punti (2,87) e il Bomba (2,88); il più “lontano” è l’UEFA (9,03). Puntando l’attenzione invece al numero di posizioni “azzeccate”, primeggia sempre il Rif con 16 nazionali al medesimo posto della classifica definitiva, seguito dal Bomba (15) e per punti (13) mentre a chiudere è l’olimpico con appena 5.



Trovi interessanti gli argomenti di questo blog? Ti piacerebbe contribuire a mantenerlo in vita? Senti che chi scrive qui meriterebbe di essere in qualche modo ricompensato? Adesso puoi farlo tramite una donazione!



Per maggiori informazioni sulla donazione e su perché donare clicca quihttp://mds78.blogspot.it/2014/08/se-vuoi-puoi-contribuire-calcio-e-altri.html

Segui su Facebook gli aggiornamenti di "Calcio e Altri Elementi": https://www.facebook.com/calcioealtrielementi2

Segui su Twitter gli aggiornamenti di "Calcio e Altri Elementi": https://twitter.com/Calcioealtri

Nessun commento:

Posta un commento