lunedì 8 settembre 2014

QUALIFICAZIONI AGLI EUROPEI: STORIA E CURIOSITA'

Secondo appuntamento con gli speciali sulle qualificazioni ai campionati europei. Oggi ripercorreremo brevemente la loro storia alla ricerca di curiosità e statistiche interessanti.

1960

Le qualificazioni ai primi campionati europei prendono il via sul finire degli anni ’50 con la defezione di numerose squadre di livello fra le quali Italia, Inghilterra, Germania Ovest, Olanda, Belgio e Svizzera. La motivazione di fondo generale dipende dallo scetticismo sulla possibilità di successo di questa manifestazione in termini di pubblico sugli spalti e interesse a livello europeo ma questa previsione, rivelatasi poi totalmente errata, è solo una parte del problema che spinge alla rinuncia tre nazioni di primo piano quali Italia, Inghilterra e Germania Ovest.

In tipico stile italiano, a più di cinquant’anni di distanza dal “fattaccio” circolano ancora diverse versioni su quale sia stata la molla che ha fatto optare la federazione per la non partecipazione. La motivazione ufficiale ricalca quella valida per alcune altre nazioni: poco interesse e maggiore volontà di concentrare gli sforzi sui campionati del mondo e sulle competizioni per club. La stampa italiana, però, non crede fin dall’inizio a questa tesi. I giornali dell’epoca scatenano una campagna polemica contro la federazione accusandola di aver preso questa decisione in preda alla paura di esporre la nazionale italiana ad altre figuracce dopo la disastrosa avventura del mondiale 1958, al quale l’Italia non si era qualificata venendo eliminata nella fase a gironi dalla non trascendentale Irlanda del Nord.

L’Inghilterra, così come le altre rappresentative del Regno Unito, snobba la competizione nel quadro di un annoso contenzioso con la Fifa che l’aveva portata in passato a rifiutarsi persino di partecipare alla Coppa del Mondo, ribadendo anche in questa occasione la ferma opposizione a qualsiasi novità nel panorama calcistico che andasse a complicare il loro calendario nazionale e internazionale.

I tedeschi occidentali scelgono di non partecipare su diktat del loro allenatore, Sepp Herberger, che dichiara di considerare i mondiali come unica competizione ufficiale da preparare nel migliore dei modi senza perdere tempo in poco importanti “tornei di secondo piano”.

Alla partenza si presentano alla fine solo 17 squadre. Le qualificazioni vengono disputate con sfide a eliminazione diretta con la regola del doppio confronto (andata e ritorno) ed eventuale bella in caso di parità nei gol segnati. Al termine dei quarti di finale, le quattro qualificate guadagnano il diritto di partecipare alla fase finale e una di loro viene scelta come paese ospitante. Per ridurre le squadre a sedici è necessario un turno preliminare che vede affrontarsi Irlanda e Cecoslovacchia, vinto da questi ultimi. Questa sfida non è però la prima delle qualificazioni, infatti la partita di andata si svolge il 5 aprile 1959 quando già tre partite di andata e una di ritorno degli ottavi di finale sono andate in scena. La prima partita in assoluto è fin da subito un indicatore importante del fatto che questo torneo ha tutte le potenzialità per avere successo: il 28 settembre 1958 l’URSS batte l’Ungheria a Mosca per 3-1 davanti a più di 100 mila spettatori paganti!

Ultima curiosità riguardante la prima edizione delle qualificazioni: il previsto quarto di finale fra URSS e Spagna non si disputa per ragioni politiche. Il Generale Franco ordina alla squadra iberica di non affrontare la trasferta in Unione Sovietica in aperta polemica con il regime comunista (e temendo una possibile sconfitta strumentalizzabile a fini politici). L’UEFA non riesce a portare a termine un tentativo di mediazione per far disputare la partita e non può fare altro che assegnare la doppia vittoria a tavolino all’URSS qualificando così i sovietici alla fase finale.

1964

Visto il successo della prima edizione, quasi tutte le squadre europee decidono di prendere parte alla seconda. Fa eccezione la Germania Ovest, ancora guidata da un Herberger fermo sulle posizioni espresse quattro anni prima. Stessa formula, 26 squadre al via e un turno preliminare particolarmente ampio, che può tranquillamente essere catalogato con il nome di sedicesimi di finale.

L’esordio dell’Italia nelle qualificazioni coincide con la vittoria più larga ottenuta da noi in questa competizione: 6-0 alla Turchia nell’andata disputata a Bologna il 2 dicembre 1962 con doppietta di Rivera e poker di Orlando, giocatore di cui avremo ancora occasione di parlare nello speciale di domani sui marcatori azzurri. La nazionale completerà l’opera vincendo anche in Turchia per 1-0: un totale di 7-0 che rappresenta anche il record in partite andata e ritorno della nostra rappresentativa in questa competizione.

Il turno preliminare presenta un altro caso politico dopo quello di quattro anni prima fra Spagna e Unione Sovietica: il sorteggio accoppia Grecia e Albania, due nazioni con qualche problema di troppo fra loro. Gli ellenici si rifiutano di giocare in Albania e gli albanesi vengono automaticamente ammessi agli ottavi di finale.

Il Lussemburgo arriva a un passo dalla clamorosa qualificazione alla Final Four: qualificato direttamente agli ottavi di finale grazie al sorteggio, elimina l’Olanda negli ottavi di finale (1-1 in casa, 2-1 in trasferta) e costringe la Danimarca alla bella nei quarti (3-3 in casa, 2-2 in trasferta, al tempo non valeva la regola dei gol in trasferta), persa 1-0 in campo neutro proprio in Olanda. Un vero peccato per una squadra che, come ai nostri giorni, non godeva certo dei favori del pronostico: nelle qualificazioni mondiali del 1962 aveva perso 9-0 in casa con l’Inghilterra e preso 10 gol in due partite dal Portogallo. L’exploit dei lussemburghesi non si ripete nemmeno nelle successive qualificazioni mondiali, nelle quali chiudono il girone a zero punti perdendo quasi sempre con due gol di scarto tutte le partite con Francia, Norvegia e Jugoslavia.

Nei quarti l’Italia viene eliminata dall’URSS perdendo 2-0 l’andata a Mosca (una delle quattro peggiori sconfitte dell’Italia in trasferta nelle qualificazioni) e pareggiando 1-1 il ritorno a Roma.

1968

Cambia il format delle qualificazioni, prima fase a gruppi seguita da quarti di finale con andata e ritorno per qualificare le quattro partecipanti alla fase finale, e finalmente anche la Germania Ovest (con in panchina Helmut Schon al posto di Herberger) si convince a partecipare.

Viene deciso di inserire tutte e quattro le squadre del Regno Unito (Inghilterra, Scozia, Galles e Irlanda del Nord) nello stesso gruppo e, per non ingolfare il calendario internazionale, vengono considerate valide per formare la classifica del girone le partite delle edizioni 1967 e 1968 del Torneo Interbritannico, competizione che si è disputata dal 1884 al 1984 con cadenza annuale e simile all’originario “Quattro Nazioni” di Rugby nato l’anno precedente.

1976

Nessuna particolare curiosità da segnalare per l’edizione 1972, saltiamo avanti di otto anni solo per ricordare un’altra sconfitta in trasferta con due gol di scarto dell’Italia: questa volta è l’Olanda che supera gli azzurri con il punteggio di 3-1.

1980

Nuovo cambio di format: le qualificazioni prevedono solo la fase a gironi e le vincitrici dei sette raggruppamenti si qualificano direttamente alla prima fase finale a otto squadre insieme all’Italia, primo paese ospitante scelto prima delle qualificazioni e quindi esentato dalle stesse.

1984

La qualificazione agli europei di Francia ’84 è un vero e proprio disastro per la nazionale italiana campione del mondo guidata da Bearzot. Altre due sconfitte in trasferta per 2-0 (contro Svezia e Cecoslovacchia) e la peggior sconfitta nella storia delle qualificazioni europee, per giunta subita in casa: 0-3 contro la Svezia a Napoli con doppietta di Glenn Stromberg che l’anno dopo si trasferisce proprio in Italia, all’Atalanta, dove rimarrà per otto anni entrando nella storia del club bergamasco.

1992

Facciamo un balzo in avanti di altri otto anni e arriviamo all’edizione del 1992. Queste qualificazioni presentano la più ampia vittoria in trasferta dell’Italia, un 4-0 a Cipro che non basta per superare il girone di qualificazione vinto dall’URSS, alla sua ultima apparizione prima dello scioglimento dell’Unione Sovietica.

La politica entra di nuovo di prepotenza nel calcio: nei gironi di qualificazione la partita Albania-Spagna viene cancellata per la delicata situazione politica in Albania e l’importanza relativa del match dato che entrambe le squadre erano già matematicamente eliminate. In rappresentanza della dissolta Unione Sovietica si presenta alla fase finale la CSI (Comunità degli Stati Indipendenti) formata da 11 delle 15 repubbliche ex sovietiche (escluse Estonia, Lettonia, Lituania e Georgia). La notizia più importante è però l’esclusione a poche settimane dall’inizio della fase finale della Jugoslavia, estromessa da tutte le competizioni UEFA a causa degli sviluppi della Guerra nei Balcani. Al suo posto viene ripescata in fretta e furia la Danimarca, seconda nel girone di qualificazione vinto dalla Jugoslavia. Il resto è storia…

1996

Aumentano ancora le qualificate alla fase finale, passando da 8 a 16. Nel format di qualificazione fa il suo esordio un turno di playoff fra le due peggiori seconde dei gruppi, che si contendono l’ultimo posto disponibile per la fase finale in una partita secca in campo neutro (Olanda-Irlanda 2-0).

2000

Si allarga il meccanismo dei playoff. Si qualificano alla fase finale in Olanda e Belgio le prime dei gruppi e la migliore seconda. Tutte le altre seconde si sfidano in un turno di playoff con andata e ritorno per qualificare le ultime quattro squadre al torneo.

Proprio nei playoff si assiste allo scarto più ampio nell’ottica del doppio confronto (come direbbe il buon Bruno Pizzul) nella storia delle qualificazioni europee: Danimarca-Israele 8-0 (5-0 in Israele, 3-0 in casa).

2008

Ancora un avanzamento di otto anni per trovare un altro problema politico sulla strada degli europei. La tensione fra Armenia e Azerbaigian è alta e gli azeri si rifiutano di ospitare gli armeni, chiedendo che entrambe le sfide del girone si giochino in campo neutro. L’Uefa non trova una soluzione e le due partite, in programma verso la fine della fase eliminatoria (settembre 2007), non vengono giocate anche perché le due squadre non hanno alcuna possibilità di qualificarsi.

Il format di qualificazione propone solo 7 gruppi per 50 squadre, con le prime due di ogni gruppo qualificate alla fase finale e l’abolizione dei playoff. Questa scelta dà vita a dei gruppi particolarmente ampi fra i quali uno con ben 8 squadre (curiosamente proprio quello di Armenia e Azerbaigian).

Il 6 settembre 2006 a Serravalle si registra la partita con il maggior scarto nella storia delle qualificazioni: la Germania distrugge San Marino 13-0. Ben sette i tedeschi a segno fra i quali si distingue Podolski, autore di quattro reti.

Cinque mesi dopo San Marino, tuttora a secco di punti nelle qualificazioni europee (mentre nelle qualificazioni mondiali è riuscita a strappare due pareggi, in casa con la Turchia nel 1994 e in trasferta con la Lettonia nel 2002), va più vicina che mai allo storico primo punto: a quattro minuti dalla fine del tempo regolamentare Marani pareggia il gol dell’Irlanda segnato a inizio secondo tempo da Kilbane, ma la beffa arriva al 94’ per opera di Ireland che mette in rete la palla del definitivo vantaggio irlandese.

Stessa sorte per l’altra squadra ancora a secco di punti nelle qualificazioni europee insieme all'esordiente Gibilterra, ovvero Andorra. Sotto per 1-0 in Estonia, gli andorrani pareggiano a tre minuti dalla fine con Silva, ma al secondo minuto di recupero subiscono il 2-1 finale segnato da Zelinski. Anche Andorra ha uno score migliore nelle qualificazioni mondiali, con ben 5 punti fatti, tutti nel cammino verso Germania 2006 (1-0 e 0-0 contro la Macedonia, 0-0 in casa con la Finlandia).

2012

Si torna al format che prevede la qualificazione delle prime dei gironi e della migliore seconda, con le altre seconde chiamate a sfidarsi in un turno di playoff con andata e ritorno.

2016

E siamo giunti alle qualificazioni iniziate ieri. Per la prima volta saranno 24 le squadre qualificate alla fase finale e il format prevede il superamento del turno delle prime due di ogni girone più la migliore terza, alle quali si aggiungeranno le vincenti dei playoff fra le altre terze.

Per la prima volta nella storia i diritti televisivi sono stati venduti in modo centralizzato, scelta che ha portato la decisione di spalmare le partite su più giorni e in fasce orarie prestabilite.

Ricordo infine per chi non l’avesse ancora memorizzata la composizione dei gironi di qualificazione:


Appuntamento a domani con l’ultimo dei tre speciali dedicati alle qualificazioni europee, nel quale si andrà ad analizzare la classifica marcatori ponderata della nazionale italiana in questa competizione. 


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