lunedì 30 giugno 2014

GALLIANISMI VOLUME 3 – LA CLASSIFICA DEL GIRONE DI RITORNO

Terzo appuntamento con i gallianismi del 2014 a cura di Antonio Bomba. Classifiche e statistiche inventate da Adriano Galliani per esaltare il Milan ed applicate a tutti gli altri.

Nelle precedenti due edizioni abbiamo analizzato la classifica di serie A quinquennale ed il ranking Uefa valido per la sola Champions League. E questa volta?

“Senza le prime nove giornate il Milan avrebbe realizzato gli stessi punti della Juventus e nel girone di ritorno abbiamo chiuso secondi ad un solo punto dalla stessa  Juve. La verità quindi è che ci siamo svegliati un po’ tardi altrimenti avremmo lottato per vincere il campionato come sempre” (Galliani 2013)

Ed il terzo gallianismo è la classifica del girone di ritorno. Fatto verbo che analizzare un campionato senza le prime nove giornate di campionato parrebbe troppo persino per noi, fare la sola classifica del girone di ritorno non lo è e permette comunque spunti di interesse ed analisi, specialmente per quanto riguarda cambi di allenatore e mercato invernale.


Inoltre è probabile che nelle prossime settimane Galliani la riproponga per una serie di motivi. Anzitutto perché se è vero che il Milan nel campionato conclusosi il mese scorso non ha centrato la Champions nemmeno nella classifica del girone di ritorno, è pur vero che l’ha mancata di un solo punto rispetto al Napoli, viaggiando nella seconda parte della stagione ad un velocità nemmeno comparabile rispetto alla prima. E poi perché la vera svolta non si è avuta tanto con l’arrivo di Clarence Seedorf in panchina, quanto con il ritorno in maniera legittima del padre ispiratore della nostra rubrica al comando operativo del Milan. Dopo essere riuscito a trovare nella vera o presunta incapacità di Seedorf e nei suoi metodi con la squadra un buon motivo per allearsi con Barbara Berlusconi ed il presidente Silvio Berlusconi dopo mesi e mesi di guerre, Galliani non solo è riuscito a tornare a seguire la squadra con pieni poteri e a tempo pieno, ma è anche riuscito a controllare e a mettere un limite a Seedorf e alle sue bizzarrie, sempre che siano vere.

Ricordando a tutti che in caso di parità di punti vale lo scontro diretto ed in caso di ulteriore parità si tiene in considerazione la differenza reti complessiva del girone di ritorno, e specificando che  abbiamo evidenziato in verde le squadre che si sarebbero qualificate in Champions nel solo girone di ritorno e stessa cosa abbiamo fatto per le qualificate in Europa League (in azzurro e fingendo non esista la coppa Italia) e le retrocesse (in rosso) e che abbiamo lasciato in grassetto tutte le altre squadre che avrebbero concluso nella colonna di sinistra delle grafiche, ecco a voi com’è la classifica del girone di ritorno 2013-2014.


La macchina da guerra costruita da Antonio Conte conosce poche quanto insignificanti battute d’arresto. Juventus sempre prima. Nel girone di ritorno, nella classifica finale e anche all’andata.


Tiene il passo della Juventus fino alle ultime partite la sorprendente Roma di Rudi Garcia che conclude con nove punti di distacco a causa delle sconfitte consecutive contro Catania, la stessa Juventus e Genoa dovute ad un calo mentale avutosi quando la squadra capitolina ha realizzato che raggiungere i bianconeri sarebbe stato impossibile.

Terzo posto ed ultima squadra a qualificarsi per l’ipotetica Champions League è  il Napoli che ha faticato non poco, rispetto soprattutto al potenziale, nella seconda frazione di campionato. Tanti punti persi contro avversari più deboli a causa di campioni che hanno deluso le aspettative, qualche modulo tattico difficile da digerire per attaccanti e centrocampisti ed una difesa tutt’altro che perfetta hanno influito e hanno permesso ai partenopei di accumulare ben quattordici punti di distacco dalla Juventus.

Punti a parte le prime tre squadre del campionato hanno concluso nella stessa posizione l’andata ed il ritorno, segno evidente che quest’anno c’era ben poco da fare per le altre.


E nell’Europa League virtuale?

Quarto e ad un solo punto è il Milan di cui abbiamo parlato prima ancora di illustrarvi la classifica. Resta da aggiungere solamente che con trentacinque punti i rossoneri nel ritorno hanno fatto tredici punti in più che all’andata.

Dietro una Lazio ricompattata e traghettata da Edy Reja a fine campionato dopo un’andata tribolata frutto di diatribe tra mister (Vladimir Petkovic) e presidente (Lotito), vecchie certezze che poco hanno reso ed un gruppo che proprio unito non sembrava. La Lazio è giunta a trentadue punti come il Parma ma è davanti avendo vinto lo scontro diretto per 2-1. Però solo complimenti possono essere fatti alla squadra di Roberto Donadoni. Autentica rivelazione del campionato e con ben nove risultati utili consecutivi nelle prime nove giornate di ritorno, conquista anche qui un’Europa virtuale come nella classifica complessiva anche se per ben altri motivi.


Dietro ma comunque tra le prime dieci spunta la seconda rivelazione del campionato, il Torino, seguito dall’Atalanta che dopo una prima parte di stagione così distante sia dalle posizioni alte che da quelle pericolose al punto da risultare anonima, ha incamerato ben sei vittorie complessive nel mese di marzo sconfiggendo tra le altre anche Lazio ed Inter.


E proprio i nerazzurri troviamo al nono posto in una ripetizione della stagione 2012-2013 anche se con toni decisamente meno drammatici. Walter Mazzarri ha concluso il girone di ritorno realizzando ventotto punti contro i trentadue dell’andata. E più che i quattro punti in meno, tifosi ed opinione pubblica imputano ai nerazzurri una mancanza di idee e condizione fisica che non si erano viste nella prima parte di campionato.

Decima e con una flessione ancor peggiore di quella dell’Inter è giunta la Fiorentina. Nove i punti che rendono la seconda parte di campionato peggiore della prima. Vincenzo Montella è di certo un tecnico abile e preparato ma giocare senza punte causa i continui infortuni di Giuseppe Rossi e Mario Gomez inventando di volta in volta un “finto nueve” o qualcosa di simile non è impresa facile. Ed a poco o nulla è servito il prestito di Alessandro Matri. Da anni nel mondo del calcio si vince con titolari ed un numero adeguato di riserve atte a sostituire i titolari quando ve ne è bisogno. E questo nella Fiorentina di sicuro è mancato.

E le retrocesse?

Si salva nella realtà ma non nella nostra classifica del girone di ritorno il Sassuolo. A complicare il tutto la strana scelta del patron Squinzi di esonerare Eusebio Di Francesco per mettere in panchina Alberto Malesani. Forse si puntava sull’esperienza del popolare tecnico di Verona ma non si è tenuto con ogni probabilità conto che una squadra che lotta per non retrocedere dovrebbe badare al sodo e non spendere mesi per assimilare nuovi schemi. Il risultato è stato cinque sconfitte di fila ed il ritorno in panchina di Di Francesco.


In penultima posizione troviamo il Bologna che dopo aver ceduto i pezzi migliori della stagione passata al mercato estivo, ha completato l’opera dando Diamanti in Cina a febbraio. Una mossa che ha spiazzato anche il tecnico Ballardini che già aveva preso il posto di Pioli. Non vi è dubbio che la situazione economica precaria del club abbia suggerito questi movimenti di mercato ma in campo il Bologna ha espresso più lacune che qualità e la retrocessione è finita col diventare un qualcosa di scontato, nel girone di ritorno come nella realtà.

Ultimo e senza appello chiude invece il Livorno che totalizza appena dodici punti l’ultimo dei quali conquistato il 31 marzo con un pareggio casalingo con l’Inter. Davvero troppo poco e la sensazione che si sia gettata la spugna molto prima che la matematica condannasse la squadra amaranto resta viva e concreta.



Ed anche il terzo gallianismo del 2014 va agli archivi.

Prima di chiudere un ultimo omaggio a chi ci ha permesso di creare questa rubrica con le sue idee. Siamo certi che se la leggesse apprezzerebbe e non poco.


Un saluto a tutti i lettori di Calcio e altri elementi e alla prossima.
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